Rino Rappuoli: “Contro le future pandemie la ricerca scientifica al centro delle strategie nazionali con la Fondazione Biotecnopolo di Siena”

Fare cose grandi è possibile, anche in Italia. È questa la missione che Rino Rappuoli porta avanti in qualità di Direttore Scientifico della Fondazione Biotecnopolo. Microbiologo di fama internazionale, fra le massime autorità mondiali sui vaccini, Rappuoli si è sempre lasciato guidare da questa missione nel corso della sua lunga attività lavorativa. Una vita al servizio della scienza, prima come direttore scientifico e responsabile dell’attività di ricerca e sviluppo di GSK Vaccines, e oggi alla guida della Fondazione Biotecnopolo di Siena, importante progetto strategico nazionale.


Quella Siena che è sempre stata la sua casa, perché nonostante i riconoscimenti internazionali, i visiting scientist alla Rockefeller University di New York e alla Harward Medical School di Boston, le collaborazioni con gli istituti di ricerca in giro per il mondo, Rappuoli ha sempre scelto di fare lo scienziato nel suo territorio. Qui ha ricoperto, negli anni, il ruolo di direttore del settore Ricerca Vaccini per le principali realtà farmaceutiche, da Sclavo a Chiron Corporation a Novartis Vaccines, che si sono alternate in quella che è nota come la ‘collina dei vaccini’. Nei suoi interventi in giro per il Mondo, davanti ai principali esperti di immunologia, a partire da Anthony Stephen Fauci, Rino Rappuoli cita sempre ‘il Facciatone’ del Duomo di Siena come il monumento alle malattie infettive più grande che sia mai stato costruito. “Le pandemie, infatti – ricorda Rappuoli – sono sempre esistite e hanno da sempre messo in ginocchio le economie e le società, antiche e moderne”. Così è stato per la peste nera che nel 1348 ha colpito Siena, decimando la popolazione e mettendo fine a un sistema economico e culturale florido. Dopo quella pandemia Siena non tornerà mai più al suo antico splendore. A testimoniare la forza distruttiva delle malattie infettive ci pensano ancora oggi quella parete e quelle finestre non finite (il ‘Facciatone’, come lo chiamano i senesi) del Duomo Grande, il sogno di quella “superba Chiesa” che è crollato sotto i colpi di un invisibile batterio.

Ricerca Scientifica

Dalla peste del 1348 al Covid-19 la storia si ripete. Siena è ancora quella città che, mentre stava progettando un’opera incredibile, il Duomo Grande, fu fermata dalla peste. Fu fermata, ma sopravvisse. E secoli dopo è ancora all’avanguardia nella lotta alle malattie infettive.

“Ed è proprio Siena, forte di una lunga tradizione scientifica che affonda le sue radici ai primi del Novecento, quando Achille Sclavo fondò l’Istituto Vaccinogeno Sieroterapico Toscano – prosegue Rappuoli – che si è candidata a essere non solo modello nazionale per la ricerca sui vaccini, ma anche centro internazionale contro le pandemie, con la Fondazione Biotecnopolo. Un progetto strategico nazionale che ha lo scopo di sviluppare la ricerca applicata e l’innovazione nel campo delle biotecnologie e delle scienze della vita. Una Fondazione di diritto privato, i cui soci fondatori sono i Ministeri dell’Università e della Ricerca, della Salute, dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico, al centro di una rete internazionale di contrasto alle pandemie, per promuovere e coordinare le attività di studio, di ricerca, di sviluppo tecnico-scientifico e di trasferimento tecnologico.


La Fondazione svolge, inoltre, le funzioni di hub antipandemico con particolare focus sullo sviluppo e la produzione di vaccini e anticorpi monoclonali per la cura delle patologie epidemico pandemiche emergenti. A guidare la ricerca dell’ente c’è Rino Rappuoli, che spiega: “Il Biotecnopolo rappresenta un unicum in Europa e forse anche nel Mondo. Lo abbiamo visto tutti con il Covid19. Le pandemie faranno sempre parte della storia dell’umanità. E l’unica cosa che possiamo fare per fronteggiarle è investire nella ricerca scientifica. Farci trovare pronti per mettere a punto in anticipo terapie e vaccini”. Perché come ricorda Rappuoli: “Oltre al Covid, l’Oms ha calcolato 30 famiglie di virus potenzialmente pericolosi, senza contare né trascurare quella che è, riconosciuta dalla comunità scientifica, come la pandemia silenziosa, l’antibiotico-resistenza”.


“Si tratta – prosegue Rappuoli – di una pandemia lenta, ma ad alto rischio. È una vera sfida di portata mondiale. Abbiamo bisogno certamente di antibiotici nuovi, ma anche di mettere a punto misure alternative, come i vaccini contro i batteri resistenti, e altre soluzioni come gli anticorpi monoclonali diretti contro i batteri dannosi, su cui stiamo già lavorando al Biotecnopolo, mettendo a frutto l’esperienza del MAD (Monoclonal Antibody Discovery) Lab di Toscana Life Sciences, il laboratorio che ha iniziato la sua attività a fine 2018 grazie a un ERC Advanced Grant di 2,5 milioni di euro per un progetto di ricerca dedicato proprio alla resistenza antimicrobica. Un team con consolidate competenze nella identificazione e produzione di anticorpi monoclonali umani che possono essere testati in vitro sia contro specie batteriche sia contro virus”.

L’antibiotico resistenza è un rischio globale, la Review on Antimicrobial Resistance ha stimato che nel mondo, nel 2050, le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti all’anno, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2 milioni), diabete (1,5 milioni) o incidenti stradali (1,2 milioni) con una previsione di costi che supera i 100 trilioni di dollari, cioè più di tre pandemie da Covid. In Italia la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate d’Europa e risulta, nella maggior parte dei casi, al di sopra della stessa media europea. Nel nostro Paese ogni anno, dal 7 al 10 per cento dei pazienti va incontro a un’infezione batterica multiresistente con migliaia di decessi. Le infezioni correlate all’assistenza colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi. Cosa fare quindi? “Mettere a punto in anticipo terapie e vaccini pronti per essere in grado di gestire le future minacce pandemiche, sperando di non doverle usare mai – spiega Rino Rappuoli – Lavoreremo in rete con l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA della Commissione europea), e più in generale con altre istituzioni competenti in ambito internazionale per la gestione di emergenze sanitarie”. Sarà una vera rivoluzione scientifica con protagonista il nostro Paese e soprattutto i giovani. Il Biotecnopolo sarà un attrattore di talenti – conclude Rappuoli – un luogo normale dove far accadere cose speciali. Sarà un’occasione unica per provare a vincere tutti insieme le più grandi sfide di salute umana”.