Salvare i microbi per salvare il Pianeta. L’appello dell’IUMS per la diversità microbica

Salvare i microbi per salvare il pianeta. È questo l’invito rivolto dall’Unione Internazionale delle Società Microbiologiche (IUMS) alla comunità scientifica e istituzionale internazionale sulla rivista One Health Outlook. Un appello globale che l’IUMS – unione fondata nel 1927 che oggi, sotto la guida del microbiologo di fama internazionale Rino Rappuoli, raccoglie 88 società tra i membri nazionali e 14 membri associati di 65 Paesi – ha rivolto a tutte le società microbiologiche del mondo per sensibilizzare tutti i principali stakeholders internazionali sull’importanza della diversità microbica per la salvaguardia dei livelli di sostenibilità del nostro pianeta.

Nel paper “Save the microbes to save the planet. A call to action of the International Union of the Microbiological Societies (IUMS)” firmato da Rino Rappuoli, Paul Young, Eliora Ron, Simone Pecetta e Mariagrazia Pizza si chiede a tutte le società microbiologiche internazionali di promuovere lo sviluppo di soluzioni sostenibili per controllare gli agenti infettivi, preservando la diversità microbica globale allo scopo di garantire una vita sana a tutte le specie viventi.

L’articolo, infatti, parte dall’assunto che il nostro pianeta è popolato da almeno un trilione di specie di microrganismi che sono responsabili di ogni forma di vita e che rendono il nostro mondo abitabile. Solo una minoranza di questi microrganismi, circa 1400 specie, provocano malattie infettive e sono responsabili di gravi malattie e di possibili epidemie, come la recente pandemia causata dal SARS-CoV-2 virus, che secondo le stime, ha ucciso finora 20 milioni di persone e ha avuto un impatto di 28 trilioni di dollari statunitensi sull’economia globale, oltre alle conseguenze dirette e indirette sulla salute e sulla società.

Di quel trilione, le rimanenti specie, al contrario, sono fondamentali per la vita nel nostro pianeta. I microrganismi, infatti, sono stati la prima forma di vita ad apparire sul nostro pianeta e sono stati determinanti per la nascita della prima cellula da cui tutti gli animali e le piante, compreso l’uomo, si sono originati. È importante ricordare, inoltre, che circa quarantamila miliardi di microbi vivono nell’intestino di ogni essere umano e sempre più studi evidenziano il ruolo chiave che svolgono nella nostra fisiologia, garantendo le funzioni metaboliche in grado di influenzare le risposte del nostro sistema immunitario. In effetti, i microbi svolgono ruoli importanti per la sopravvivenza e il funzionamento di ogni forma di vita. Inoltre, supportano molte attività, da quelle tradizionali legate alla fermentazione di pane, formaggio, birra e vino, fino alla produzione di prodotti chimici, fonti energetiche, enzimi, prodotti farmaceutici e al trattamento dei rifiuti.

“I microrganismi sono all’origine della vita e sono fondamentarli per tutte le forme di vita – commenta Rino Rappuoli, primo firmatario del paper e direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena – Per questo è indispensabile tutelarne la biodiversità. Si tratta di un tesoro inestimabile che ogni giorno viene messo in pericolo delle tante attività umane, dai cambiamenti climatici e dall’utilizzo di antibiotici e disinfettanti che possono compromettere la diversità microbica globale”.

Nell’articolo si fa riferimento a come molte attività umane stiano accelerando i cambiamenti ambientali, determinando un forte impatto sulla biodiversità e sugli ecosistemi che a loro volta hanno conseguenze sulla salute e sul benessere dell’uomo. Un tesoro inestimabile le cui funzioni essenziali sono svolte anche dalle specie microbiche che contribuiscono in maniera determinante a preservare la salute del pianeta.  Guardando ai numeri, gli scienziati hanno dimostrato il forte impatto delle attività umane sugli organismi viventi e sulla biodiversità: negli ultimi cinque secoli 705 specie vertebrate e 571 piante si sono estinte. Un altro milione di specie tra animali e piante è attualmente a rischio di estinzione, e tra questi ci sono anche i grandi animali terrestri e le risorse ittiche. “Il sempre crescente consumo di risorse limitate e l’intensificarsi dei processi industriali stanno degradando gli ecosistemi e la biodiversità, portando a un deterioramento della salute del pianeta e più in generale dell’uomo” – commenta sempre Rappuoli. Un grido di allarme l quale, sempre secondo gli scienziati, non stiamo ancora prestando particolare attenzione.

L’articolo si conclude indicando una serie di strategie utili a preservare la diversità microbica del pianeta. Tra le raccomandazioni c’è la necessità di tutelare il valore degli agenti antimicrobici come alleati per la salvaguardia della biodiversità, partendo da una maggiore attenzione per lo sviluppo di vaccini e trattamenti terapeutici prodotti con sistemi efficaci e sostenibili, ma anche il bisogno di ridurre l’uso eccessivo di antibiotici in agricoltura e, in particolare, come cibo per gli animali. Pratiche queste che stanno contribuendo, in maniera determinante a favorire l’emergenza legata alla presenza di superbatteri resistenti agli antibiotici, quella antibioticoresistenza che oggi rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica globale. Tra le strategie indicate dagli scienziati dell’IUMS c’è, infine, la convinta necessità di aderire all’applicazione degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 finalizzata alla costruzione di un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.

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